L’AURICOLOTERAPIA COME TECNICA ENERGETICA E RIFLESSOTERAPICA
Prof. Biagio Parisi
Capire in che modo funzioni l’Auricoloterapia è piuttosto complesso . A questo proposito vi sono due principali linee di pensiero.
Vi è la concezione riflessoterapica, di matrice essenzialmente occidentale con radici culturali aristoteliche, la quale ritiene che sia il sistema nervoso ad essere interessato nella Auricoloterapia e secondo alcuni anche i sistemi endocrini, immunologici ed elettromagnetici (Auricolomedicina).
La seconda concezione è quella energetica che segue i canoni della MTC.
La cosa sicura, dimostrata dalla pratica clinica, è che l’Auricoloterapia funziona e si può usare nella diagnosi e nella cura di molte malattie applicando il metodo riflessoterapico e/o quello energetico.
L’ esperienza clinica ci ha insegnato che la fusione dei due sistemi rafforza i risultati terapeutici e quindi permette di trattare con ottimi risultati patologie acute e croniche. Per questo cercheremo di dare, in modo sintetico, informazioni sul funzionamento delle vie nervose e del cervello nella modulazione e nell’equilibrio delle funzioni nervose volontarie ed involontarie e di evidenziare in che modo l’orecchio si inserisca in questo contesto.
Parleremo anche di energetica secondo la MTC e di come l’orecchio venga considerato un microcosmo che riproduce su piccola scala tutte le funzioni dell’organismo. Quindi come l’uomo si può considerare microcosmo dell’universo così l’orecchio può ritenersi microcosmo
dell’organismo.
L’Auricoloterapia è una tecnica riequilibrante, non toglie nè dà energia ma riequilibra quella che c’è. Per questo spesso si usa lo stesso punto per curare malattie opposte (per esempio si usa il punto Grosso Intestino per curare sia la stipsi che la diarrea).
In caso di carenza energetica (vuoto di Qi e/o Sangue) la cosa migliore è trattare la carenza con una corretta alimentazione e con l’uso, se necessario, di medicinali. L’uso dell’Auricoloterapia in soggetti con carenza energetica (anziani con patologie croniche) darà dei risultati meno buoni rispetto a quelli che si potranno ottenere in soggetti giovani, in genere provvisti di una buona quantità di energia e, nella maggior parte dei casi, affetti da patologie derivanti non da carenza ma da cattiva circolazione del Qi e del Sangue.
L’Auricoloterapia ha per fine lo studio del padiglione auricolare e rappresenta sia un mezzo diagnostico che allo stesso tempo una tecnica terapeutica per la cura di molte malattie.
E’ stata dimostrata la comparsa sul padiglione auricolare dei punti definiti “Reattivi” nel caso in cui si abbia una patologia o uno squilibrio energetico in una determinata parte del corpo. Una volta localizzati i punti reattivi si fa una diagnosi auricolare e si approccia una terapia. In genere per la terapia si scelgono tra i punti reattivi quelli definiti “Attivi” e si stimolano con varie metodiche (agopuntura, apposizione di semi di vaccaria o sferette metalliche, massaggio, moxaterapia, laserterapia, cromoterapia). I punti attivi sono quelli che daranno risultati terapeutici positivi (come determinarli si dirà successivamente) nell’ 80% dei casi.
Il punto auricolare si definisce “Reattivo“ quando ha le seguenti caratteristiche:
La detezione meccanica è la compressione con un bastoncino, di circa 10 cm di lunghezza, a punta smussa e leggermente arrotondata (detettore) con cui si cercano sulla superficie auricolare i punti dolenti (reattivi).
Di detettori ne esistono vari tipi e di materiali diversi di cui parleremo successivamente.
La detezione elettrica si opera tramite il cercapunti elettrico come in agopuntura somatica. Si cercano i punti di minor impedenza o resistenza elettrica che spesso compaiono nel caso di squilibri.
Anche di cercapunti elettrici esistono vari tipi e modelli e di costi diversi.
La condizione necessaria affinchè un punto auricolare venga definito “reattivo” è che sia dolente alla detezione meccanica. Un punto dell’orecchio è reattivo quando fa male.
Il vero scopritore dell’Auricoterapia è stato, nel 1956, il francese Paul Nogier. Egli, prendendo spunto dalla pratica seguita da alcuni monaci che cauterizzavano un punto sull’orecchio per curare la sciatalgia, intuì che si poteva agire a distanza su di un organo, una struttura o una funzione, stimolando zone del corpo non in relazione topografica diretta e ottenere dei risultati terapeutici. Egli pensò che questi rapporti avevano come base fisiologica meccanismi neuro-riflessologici con modulazione a livello del sistema nervoso centrale e con la partecipazione del sistema endocrino ed immunitario.
Essendo l’orecchio un organo riccamente vascolarizzato ed innervato esso rappresenta un microsistema su cui sono presenti punti, distribuiti secondo una certa logica e un determinato ordine, che rappresentano tutte le strutture e le funzioni del corpo. La prima cosa che notò Nogier è la grande somiglianza della forma del padiglione auricolare con un feto al terzo mese di sviluppo intrauterino. Questa intuizione si dimostrò esatta come venne provato in seguito tramite la dimostrazione della Somatotopia e Viscerotopia.
La Somatotopia si può definire come la corrispondenza delle aree di innervazione periferica con l’organizzazione dei centri del Sistema Nervoso Centrale (SNC). In greco soma significa corpo e topos significa luogo quindi il termine richiama una disposizione regolare delle varie parti o zone del corpo. In effetti si è visto che ogni parte del corpo è disposta in modo regolare nei confronti delle altre parti e questa disposizione è riprodotta sugli emisferi cerebrali. Quindi somatotopia si può definire anche: proprietà delle cortecce somatosensoriali e motorie per cui l’organizzazione spaziale di parti corporee adiacenti è conservata nelle rappresentazioni in regioni cerebrali adiacenti. La presumibile organizzazione somatotopica è alla base delle mappe nei microsistemi (orecchio, piede, mano, naso, iride, etc..).
I punti dell’orecchio si evidenziano solo in caso di squilibri e l’uso degli stessi viene indicato a scopo terapeutico. Uno stesso punto può essere reattivo in più patologie e curare varie malattie ed è per questo che le diverse scuole di Auricoloterapia indicano lo stesso punto con nomi diversi. Più punti possono curare una stessa malattia per cui varie scuole danno a punti diversi lo stesso nome.
Anche nel Nei Jing Su Wen, testo molto importante della MTC scritto circa 2000 anni fa, vi sono cenni di tecniche di Auricoloterapia e di Auricolodiagnostica. Nel testo si cita, per esempio, come la comparsa nel lattante di venule dilatate, di colore violetto, a livello dell’apice dell’orecchio sia indicativo di stato febbrile alto con imminente comparsa di convulsioni o diarrea molto grave. Nel Nei Jing si dice anche che se nei bambini le orecchie sembrano piene di polvere, di terra, come se non fossero mai lavate, vi è un vuoto di Rene (Shen della MTC). Nello stesso testo è indicato il punto centrale dell’orecchio(non è data l’esatta ubicazione del punto) per la cura della sordità. In altri testi questo punto è indicato per la cura dell’ittero e delle malattie infettive (es. malaria) e della meningite. Nelle mappe moderne si fa coincidere con il punto diaframma, anche detto punto zero (di Nogier), o punto Er Zhong (teoria energetica).
Nei testi classici è citato anche il punto Er Jian, localizzato all’apice dell’orecchio, che viene indicato per la cura delle malattie dell’occhio (congiuntivite acuta con arrossamento e dolore). Dopo venti minuti di trattamento si alleviano dolore e arrossamento: se si fa sanguinare l’effetto è immediato (circa dieci minuti). Basta far uscire 15-20 gocce di sangue per 4 sedute consecutive (una al giorno) per curare una congiuntivite anche di tipo infettivo.
Nei testi antichi vi sono anche accenni ad una mappa topografica dell’orecchio in rapporto alla disposizione di varie strutture del corpo.
Per esempio venivano localizzate sul dorso dell’orecchio le zone di interazione con i vari Organi Interni o Zang della Medicina Tradizionale Cinese e precisamente:
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Grande competenza, complimenti