La Grafologia come indagine stenografica della personalità umana

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La Grafologia come indagine stenografica della personalità umana

GRAFOLOGIA

 

 

Prof. Corrado Bornoroni

 

CAPITOLO I

 

SCRITTURA: si definisce come una stenografia della personalità e della biografia e registra la struttura e il comportamento del SNC. e del SNP.

Vi si trovano elementi biotipologici, morfologici, caratteriali, temperamentali con contenuti bio-psicodinamici, evolutivi; emergono anche qui aspetti psicoaffettivi, psicomentali, in quanto l’affettività, che fa parte della personalità, gestisce la ciclotimia di base.

Mancano solo gli aspetti distesici che comprendono parametri citologici, istopatologici, immunologici, reattivi, comportamentali (ad ogni diatesi è associato un sentimento).

Simbolicamente la grafologia è paragonata ad una encefalografia,in quanto registrazione neurofisiologica del gesto grafico, poiché è sottomessa ad un oscillatore grafico, costituito dalla mano, che si muove seguendo dei parametri neurologici.

 

GESTO GRAFICO è sostenuto da tre indicatori, indice, pollice e medio:

INDICE serve a dare una pressione, un’inclinazione grafica, una forza di inserzione (tratti      discendenti)

POLLICE  serve a controllare questa forza e a dare modo alle prassìe estensori di allungarsi ( si rilevano nei tratti ascendenti – filetti)

MEDIO  serve alla modulazione grafica in senso sia orizzontale sia verticale

Tutti questi movimenti si chiamano PRASSIE = movimenti di flessione, estensione, coordinazione, regolati e coordinati dal SNC e dai nervi dell’esterocettività (che portano la sensibilità) e dai nervi motoneuronici ( effettori del gesto grafico).

Questi impulsi di sensibilità arrivano tutti al sistema midollare del tronco encefalico (FRA formazione reticolare, vie ascendenti). Per essere trasmessi alle zone superiori dove avviene l’elaborazione, attraverso “circuiti riverberanti”utili alla modulazione e dare le fini informazioni.

La modulazione spaziale del movimento è legata al cervelletto e ai circuiti detti di controllo dei fini movimenti delle mani, supercontrollori utili a valutare la forza con cui sollevare la penna (o un sasso).

La grafia non ha nessun intermediario, in quanto è una registrazione diretta e obiettiva (funzioni cerebrali di Lurija).

Nel gesto grafico c’è una modulazione delle prassìe che indica l’attività del 1° blocco, dell’informazione esterocettiva e cioè un coordinamento della F.R.A., l’aspetto simbolico del 2° blocco, l’intenzionalità del 3° blocco il quale dà l’informazione alla sostanza reticolare discendente, F.R.D. per la modulazione del gesto grafico.

Nel 1° blocco, quindi, c’è l’informazione della coscienza, la FRA = stato di coscienza, è il cervello istintuale (es. ho in mano la penna), la percezione neurologica.

La prassìa è regolata dalle informazioni periferiche, dalla modulazione delle memorie e dai lobi frontali. Se si è depressi, stanchi, si inibiscono i lobi frontali (che sono ideativi, programmatici, progettuali), c’è un’alterata modulazione dei neurotrasmettitori della sostanza reticolare (SRA e SRD) ascendente e discendente che controllano il gesto grafico, attraverso gli effettori grafici, alterandone l’aspetto.

Es.: la firma sotto stress in cui gli stimoli emozionali, tramite la SRD, modulano le prassìe.

 

LEGGE DI LURIJA l’evoluzione di una funzione, di una struttura di una parte ultima del cervello, deve essere sistemica. L’evoluzione di una funzione, ad uno stadio relativamente superiore, è condizionata dal grado di evoluzione dello stadio immediatamente inferiore. Gli stadi superiori non possono lavorare in funzione sistemica se non sono integrati con quelli inferiori.

 

CERVELLO TRINO secondo le teorie di Mac Lean, il cervello umano assolve in funzione sistemica, e quindi olistica, ai tre stadi dell’evoluzione filogenetica:

  • il cervello del rettile proprio del mondo animale, è il 1° stadio evolutivo
  • il cervello timico o limbico nei mammiferi, è il 2° stadio evolutivo
  • il cervello noetico, razionale o teleologico relativo all’uomo, è il 3°stadio

Questi tre cervelli, nello sviluppo ontogenetico(nel feto si formano in progressione, il 3° assolve a funzioni di filtro), devono essere coerenti tra loro.

Nel caso di soggetti violenti non esiste questa armonica evoluzione ontogenetica, così come in caso di disagio (es.sindrome di Down) i soggetti presentano una scrittura priva di funzione sistemica, quindi incoerente, pur non essendoci, alla base, alcuna lesione di tipo fisiologico.

L’indagine grafologica permette di risalire al tipo di evoluzione della personalità oppure al livello in cui si può essere creato un blocco nell’evoluzione ontogenetica.

E’ possibile, quindi, identificare l’interazione esistente nell’attività dei cervelli.

  • tronco cerebrale  1° blocco del cervello o della “conservazione dell’Io”, sopravvivenza
  • sistema libico  2° blocco, centri di encefalici che gestiscono il mondo timico, l’Io di encefalico, è l’elemento emozionale della personalità
  • neocorteccia  3° blocco, lobi frontali finalizzati alla coscienza superiore del momento esistenziale e alla teleologia, quindi l’Io cosciente e coerente con il momento esistenziale e teleologico.

Inoltre l’analisi grafologica permette di interpretare:

a)      la risposta endocrino-temperamentale di un soggetto in base alla sua costituzione. Dal modo grafico espresso attraverso intensità, frequenza, ritmo, si può risalire alla struttura di base da cui si parte. ( es. la grafia di un meso, sanguigno che ha determinate risposte di tipo endocrinologico)

b)      la risposta agli stimoli esistenziali essenziali da parte dei centri ipotalamici regolatori della risposta neuroendocrina agli stimoli essenziali del piacere, fame, sete, dolore etc. dando informazioni sull’attività ipotalamo-ipofisi-surrene, da cui derivano il ritmo vitale, l’energia vitale dello scrivente;

c)      i livelli di simmetria o asimmetria interemisferica, la dominanza di uno o dell’altro, la prevalenza della percezione analitica (sinistro), sintetica (destro), solistica.

 

FUNZIONI CEREBRALI

 

Lurija ha elaborato il concetto secondo cui le varie zone del cervello, diverse e distanti tra loro, esplicano un’attività sempre correlata con tutti gli altri centri e relative attività. Da qui il concetto di funzione sistemica: esistono funzioni settoriali, ma queste non prescindono mai dall’intero sistema; per questo è importante analizzare, clinicamente, se la funzione di un settore è in armonia o in contrasto, con la funzione del tutto.

Lurija studia tre piani funzionali detti AREE o BLOCCHI:

 

1)      PRIMO BLOCCO: parti superiore e inferiore del tronco del cervello, soprattutto la formazione reticolare attivante ascendente che eroga energia a tutto il sistema superiore, provoca vigilanza in tutte le attività superiori, forma le basi mnemoniche delle reazioni emotive e regola gli automatismi della vita neurovegetativa. E’ l’area che forma la base, stabile o instabile, di tutta l’organizzazione dei centri superiori; le turbe di questa prima area determinano i disturbi dell’attenzione, della memoria, dell’intera organizzazione psicomentale. Le memorie inconsce e subconsce ( soprattutto quelle contigue con il sistema libico), diventano anche i filtri più importanti degli stimoli e da queste  possono derivare condizioni di disturbo per tutte le successive elaborazioni dei piani superiori. E’ il cervello che organizza forme primitive di difesa legate alla sopravvivenza individuale, alla riproduzione. Il cervello dell’Io egoista;

2)      SECONDO BLOCCO situato nelle parti posteriori della corteccia, è quello delle funzioni che analizzano, codificano, conservano le informazioni.

  •  una prima zona seleziona e registra le informazioni sensoriali
  •  una seconda zona le codifica
  •  una terza zona prepara l’organizzazione delle risposte comportamentali

3)      TERZO BLOCCO comprende i lobi frontali, è interessato alla formazione di intenzioni, di programmi, di moduli di comportamento; in questa funzione è fondamentale la formazione reticolare discendente, ossia le vie attraverso cui i lobi frontali gestiscono l’energia e gli automatismi subliminali, che in condizioni normali avvengono con un consumo minimo di energia.

Quando si innesca un coordinamento troppo diretto e intenso tra il cervello della difesa dell’Io (I blocco) e quello della coscienza (III blocco) neocorteccia), viene inibita l’attività talamica e dell’emisfero destro, inibendo così ogni attività spontanea e creativa dell’inconscio.

Tutto ciò avviene in presenza di riserve imposte dai meccanismi di base che attivano controlli primitivi di difesa con conseguenti stati diipercoscienza e di inibizione dei programmi subliminali, creandostereotipie e stress.

 

Il modello proposto da Lurija nel 1976, trova riscontro nelle scoperte di Mac Lean (1973-75) del cervello trino (tre cervelli in uno), che assomma in funzione sistemica i tre stadi fondamentali dell’evoluzione filogenetica:

  • cervello del rettile
  • cervello timico o libico
  • cervello noetico o razionale

 

CAPITOLO II

 

La grafologia studia i complessi messaggi in codice presenti nel tracciato grafico che non è altro che la registrazione dell’intera struttura e comportamento di tutto il SNC e neuromuscolare periferico. E’ una specie di encefalografia; il grafismo  e l’elettroencefalogramma hanno in comune l’attività del cervello registrata da una punta sulla carta, nella grafia la punta è quella della penna. La differenza è strumentale, l’elettroencefalogramma interpone uno strumento elettrico tra cervello e tracciato.

Nella scrittura è il cervello stesso che, simultaneamente alla comunicazione scritta del pensiero, registra nel tracciato grafico l’intera dinamica e attività biopsichica delle proprie strutture. Non si interpone alcuna apparecchiatura, i nervi periferici e i muscoli traducono direttamente l’attività centrale organica e psichica, formando un tutt’uno con il SNC.

Nei contenuti:

l’elettroencefalografia è un metodo grafico-meccanico che studia le oscillazioni di potenziali elettrici che si producono in maniera continua a livello della corteccia cerebrale, e le modificazioni che fanno loro subire le diverse eccitazioni sensoriali o la stessa attività mentale, o alcuni danni organici come le turbe circolatorie, l’epilessia, i tumori, i traumi etc

la scrittura può rivelare anche alcuni danni organici a rischio di manifestazioni patologiche, ma soprattutto rivela contenuti biotipologici, temperamentali, caratterologici, evolutivi. psicoaffettivi, psicomentali e simbolici che determinano l’individualità del cervello umano e della personalità che esso controlla e dirige. La scrittura descrive il terreno di base o diatesi, che forma il fondamento del quadro clinico dell’uomo.

 

Per Lurija il processo grafico obbliga a lasciare l’ipotesi di una localizzazione, di settori specifici della corteccia e a supporre che tale processo sia assicurato da complessi sistemi funzionali interdipendenti delle varie zone cerebrali.

Poiché la gestualità grafica, che fa uso di segni convenzionali comuni a tutti gli individui di un gruppo, registra l’irripetibile individualità del soggetto, è stato necessario creare un metodo e una semiologia grafica. L’individualità della scrittura è legata alla struttura biotipologia, alle modalità espressive dell’affettività, della mente, del comportamento sociale, del sentire le cose.

 

ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA SCRITTURA

Gli elementi di base della scrittura sono i tratti di cui sono composte le singole lettere, in termini fisiologici le prassìe sono impulsi che il cervello programma in certe direzioni e con determinati scopi e poi esegue con coordinati movimenti centro-periferici; le turbe rappresentano incapacità di effettuare movimenti organizzati e vengono dette aprassie.

Il neurofisiologo Saudèk ha studiato, sul piano cinetico la forza e la velocizzazione delle prassìe, stabilendo che, all’inizio della grafia (inizio della lettera) la velocità è minima, massima a livello centrale della lettera, che va diminuendo man mano, con l’avvicendamento della lettera successiva; le lettere sono succedersi di tratti. Si parte morbidamente per poi velocizzare, alternando velocizzazione e rallentamento.

Velocità cinetica = velocizzazione del ritmo.

La lettera è formata di tratti o prassìe che il cervello deve programmare, eseguire e coordinare con tre diversi movimenti nello spazio grafico rivelando la funzione sistemica del cervello e la sua creatività; in termini grafologici tutto ciò rivela la personalità grafica.

 

In grafologia, simbolicamente la lettera è l’Io, l’idea, il sentimento.

La prima lettera è la descrizione inconscia di come il soggetto è e di come si percepisce, ogni lettera successiva, simbolicamente, rappresenta il tu, l’altro.

L’io si muove in grandezza, estensione, movimento e si approccia all’altro attraverso la funzione sentimento.

Oltre ai tratti che formano lo scheletro della lettera, in genere ne vengono aggiunti altri due: il tratto iniziale e il tratto finale che rappresentano il collegamento tra le lettere. Il modo di conformare e collegare i singoli tratti è individuale e rappresenta la modalità con cui l’Io sente se stesso, il non-Io e ne vive emotivamente i rapporti.

Nel gesto grafico emerge l’aspetto simbolico, rivelatore dell’inconscio individuale (Freud) e dell’inconscio collettivo (Jung) e, quindi, gli archetipi collettivi dello scrivente. All’”es” freudiano, Jung aggiunge il collettivo che precede e condiziona l’evolversi di ciò che è individuale. (Evoluzione filogenetica e ontogenetica)

Per lo psicanalista Trevi “il simbolo è la dimensione che qualsiasi oggetto acquista nel momento in cui può evocare una realtà non inerente all’oggetto stesso”. L’aspetto simbolico è sempre subliminale, ovvero sotto il livello della coscienza (es.cavallo = libertà).

Per Pulver il foglio rappresenta lo spazio esistenziale in cui l’Io inconsciamente subisce (e si muove) delle sollecitazioni simboliche da parte dei 4 lati del foglio – vettori archetipici – riproducendo gli stessi comportamenti derivanti da stimoli e sollecitazioni della realtà quotidiana. Anche la scelta condizionale grafica di come cominciare a scrivere alto-basso, destra-sinistra, è psicologica, è sinonimo della realtà inconscia. Già il modo di prendere la penna esprime le difficoltà esistenziali ( il modo, le inclinazioni etc).

Corrispondenze simboliche

Vettore sinistrol’archetipo madre, l’origine, il passato, l’introversione, l’aspetto egoico dell’Io, cioè l’Io che si preserva, che sopravvive, che deve difendersi; l’Io istintuale del tronco encefalico e della conservazione. Rappresenta anche la regressione e il narcisismo in quanto è l’ego.

Quando l’Io, nella scrittura, si allontana dal vettore sinistro, andando verso destra, rifugge inconsciamente dinamiche non risolte non solo con la madre, ma soprattutto con l’archetipo madre simbolico, diventando conflittualità con esso.

La madre è la stabilità, lo yin, quindi se c’è conflitto si manca di stabilità con problematiche legate alla propria esistenza e vita. Quando la scrittura presenta un’inclinazione grafica verso sinistra, il soggetto mostra turbe dell’affettività, non perché rifugge l’archetipo materno, ma per dinamiche conflittuali con la vera madre possessiva e invadente.

Le condizioni ottimali dovrebbero prevedere una madre solo energetica; le turbe dell’affettività, in questo caso, spingono il soggetto verso l’introversione, il narcisismo, l’egoismo, e verso dinamiche conflittuali affettive nei confronti del proprio ego e non dell’altro.

La grafia tendente a sinistra, denota, sia nell’uomo che nella donna, un accattivamento impositivo, una marineria e una gentilezza studiate, mirate a ricevere affetto (grafie strane: sindrome della geisha)

Vettore destroarchetipo padre, l’avanti, il futuro, la socializzazione, l’estroversione, l’altruismo, l’attività, il dinamismo, il bisogno di comunicazione e di andare verso l’altro, ma anche l’aggressività.

Per esprimere questa spinta in avanti è necessaria una buona energia vitale ed una buona velocizzazione del ritmo scrittorio: l’inclinazione verso destra deve essere coerente con i parametri di un contesto grafico vitale. Nel caso di grafie tendenti a destra, inserite in un contesto grafico non vitale, si denota una dinamica conflittuale con le figure archetipiche padre-madre. La grafia soloinclinata a destra si chiama semplice parallela, tipica di soggetti linfatico-sanguigni, con poca vitalità e con conflitti con le figure archetipiche:

Ogni segno deve essere inserito nel contesto grafico a seconda dell’intensità del segno stesso, della quantificazione, e dell’inserzione del segno nel contesto. La spinta verso l’avanti può indicare l’andare verso il Tu in maniera impositiva e quindi l’aggressività della tendenza (aggressività inconscia).

Quando la scrittura oltrepassa il passe-partout del margine laterale dx, indica che la figura edipica paterna – vettore destro- non è stata coerente con le informazioni psichiche trasmesse al figlio/a; questa incoerenza si manifesta nel contrasto tra affettività e rifiuto della figura stessa che si può riproporre nelle dinamiche psicoaffettive di coppia.

L’assenza di passe-partout può evidenziare anche l’ansia gestazionale e post-natale.

Nel caso di grafie con tendenza verso il vettore destro, da cui poi si distaccano, si allontanano, si evidenzia la mancanza della figura paterna.

Vettore altoarchetipo luce, lo spirito, tutta la parte immaginativa ideale dell’Io, la mente, il misticismo, la sfera istintuale dell’archetipo luce. Sono le scritture dei mistici che presentano depressione paranoie (enneatipo 6 di Gurdjeff)

Vettore basso: inconscio, ombra junghiana, istinto, archetipo ombra.

Nelle grafie in cui dominano i parametri delle lettere che si abbassano in maniera evidente sotto la linea mediana grafica, si nota che il soggetto vive non coerentemente i propri istinti sessuali e materiali per una mancata integrazione dei 3 cervelli, la sfera istintuale è fondamentale insieme alla sessualità, nutrizione, motricità e sogno (quest’ultimo inteso come desiderio materiale)

 

FOGLIO = spazio grafico rappresenta una sorta di piatto archetipico, simbolico della realtà di tutto il genere umano, in cui si inseriscono tutti gli archetipi collettivi dello scrivente; rappresenta il modo in cui il soggetto, occupandolo, si esprime attraverso il

GESTO GRAFICO

PASSE-PARTOUT = è la cornice dello spazio del foglio, ossia gli spazi grafici simbolici dx, sn, alto, basso. E’ importante che nello scritto ci sia un buon passe-partout, in caso contrario il soggetto vive le funzioni archetipiche in modo opprimente.

ZONE GRAFICHE

Secondo il simbolismo grafico e spaziale, indicano il modo in cui lo scrivente risponde alle sollecitazioni. Si dividono in zona media, superiore ed inferiore

A)     Zona MEDIA rivela i rapporti coscienti con il mondo della realtà e in particolare: a) gli atteggiamenti di introversione-estroversione, il movimento della psiche e dell’energia vitale intesa come progressione-regressione, espansione-retrazione, adattamento e non, attività-non attività; b) i sentimenti e l’umore: socialità-asocialità, ottimismo-pessimismo, altruismo-egoismo, amore-odio, generosità-riserva; c) affettività, emotività, socialità, spirito gregario e di collaborazione, generosità-grettezza, apertura-chiusura. Tutto ciò consente di risalire al tipo di stato-dipendenza del vissuto.

LINEA SUPERIORE della zona media: rappresenta simbolicamente la linea di demarcazione tra la sfera delle esperienze della vita quotidiana – zona media – e quella dello spirito, desideri, aspirazioni, progetti, sentimenti dell’Io espressi dalla zona sup .I tratti che scendono dalla zona sup. alla zona media, rappresentano il movimento dell’Io che, dalla sfera delle aspirazioni e dei desideri si cala nella realtà.

L’IMPATTO CON IL RIGO DI BASE equivale, simbolicamente al contatto con la realtà percepito dallo scrivente come l’orizzontalità dell’esistenza umana, e ad ogni tipo di contatto interpersonale.

 

B)     ZONA SUPERIORE rivela la zona di espansione dellospirito e degli ideali, della mente astrattiva, immaginativa o fantastica del sogno ad occhi aperti (illusioni), del sentimento dell’Io come ambizione di valore o autorità. E’ una zona spesso prevalente nei bambini ecto, con pensieri numonosi astrattivi (luminosità = pensiero astrattivo non coerente, invocazione e aspettativa del pensiero primitivo verso la divinità – numen – come causa-effetto delle situazioni esistenziali; pensiero magico-astrattivo = significato simbolico;

 

C)     ZONA INFERIORE la zona ombra di Jung, degli istinti primari (nutrizione, sessualità, ricerca e possesso dei mezzi di sussistenza, materialità etc) E’ la zona dell’inconscio che impatta, nel rigo di base – zona media – con la coscienza e con la realtà (per Freud vista come censura, cioè barriera selettiva, a volte repressiva con funzioni di controllo di pulsioni e desideri. Esprime la spinta assertiva dell’Io, del potere difensivo e impositivo degli istinti e delle tendenze individuali; quindi l’intensità della motricità e la forza dell’impulso all’azione espressa dai tratti discendenti naturalmente accelerati, rispetto a quelli ascendenti naturalmente rallentati (Saudek). Gli eccessi delle aste inferiori esprimono mitomania dell’asserzione dell’Io; il sogno materiale che inflaziona le istanze represse degli istinti, nonché la loro recriminazione e imposizione, denotando affermazione dei propri istinti, soprattutto se presenti in modo parossistico. La complicatezza di questi segni indica complicatezza degli istinti sessuali.

 

ELEMENTI ACCESSORI ALLA LETTERA

 

IL LEGAME TRA LETTERE ESPRIME

  • l’integrazione dello scrivente con l’inconscio collettivo, crea slancio tra lettera e lettera (largo tra lettere) dilatando le parole, oppure
  • se esistono memorie o sensazioni di conflitto con l’ambiente le lettere all’interno delle parole si stringono tra loro (stretto tra lettere), fino a toccarsi (lettere addossate)
  • se la percezione del vettore sn viene vissuta come positiva dallo scrivente questo, non solo non si espanderà verso destra, ma accentuerà i movimenti verso sinistra (accartocciata, rovesciata, convolvoli di 2°specie)

TRATTI AGGIUNTIVI iniziale e finale:

  • tratto iniziale della parola esprime l’atteggiamento nei confronti dell’ambiente, in base al vissuto, può essere semplice, immediato, aggraziato, a vezzo, difensivo o aggressivo)
  • tratto finale esprime il modo con cui lo scrivente dirige l’Io, le sue istanze ed energie verso gli altri e l’ambiente, in base al proprio biotipo, temperamento, vissuto, etc. sarà sobrio, controllato, diffidente, vivace, esuberante, impositivo, spavaldo, mitomane etc.

INSIEME DELLE PAROLE: RIGA SCRITTA rivela il modo in cui la coscienza e la volontà di chi scrive si orienta nello spazio esistenziale, è espressione della tenuta psichica e del modo di procedere: programmato, maturo, avventato, invadente etc.

IL NON SCRITTO la dinamica del pieno (yin) e del vuoto (yang), il chiaro-scuro della grafia è un importante elemento di valutazione per determinare gli spazi lasciati in bianco, anch’esso dimensione e spazio:

  • in contesti positivi: fluidità del ritmo per dinamismo e socializzazione, respiro, riposo, ampiezza, spaziosità interiore
  • in contesti negativi: isolamento, ansia, oppressione, angoscia per costrizione, spasmo e sofferenza di gesti e movimenti

SPAZI LASCIATI IN BIANCO

  • tra parola e parola: STP = incapacità discriminativi e facile suggestionabilità; LTP = grave ipercritica
  • tra riga e riga
  • tra l’inizio e la fine delle righe
  • ai bordi della pagina

sono elementi che danno la dimensione e lo spazio della personalità grafica.

La scrittura è quindi indice proiettivo del livello di creatività del soggetto; pur rimanendo l’impronta scolastica, chi scrive imprime ai gesti, alle lettere e all’intero grafismo la propria impronta, li trasforma, li personalizza proiettando l’immagine di tutto se stesso: il ritmo vitale, le frequenze biologiche, l’espansione o la retrazione, la vivacità o la monotonia, il senso estetico etc. fino alla propria struttura biotipologia di base e le tensioni del vissuto.

Tutto questo diventa segno generale che si chiama personalità grafica, chi mantiene il modello scolastico dispone di scarso impulso trasformatore, cadendo nella ripetitività e convenzionalità (tipico dell’ento-linfatico).

La personalità grafica è il segno base di un grafismo.

Gli elementi di congiunzione rappresentano delle individualizzazioni personali strategiche che possono essere: di tipo scolastico, essenziali o con tratti di abbellimento aggiunti; quando nella grafia appaiono tratti di velocizzazione del ritmo si è fuori dal modello scolastico.

Un parametro personale è il

GESTO FUGGITIVO rappresentato dai ricci = icone personali individualizzanti che, aggiunti ai tratti essenziali delle lettere, sono rivelatori del modo abituale di essere di un soggetto, dei suoi complessi, delle sue aspirazioni, delle sue carenze. Una specie di impronta inconscia che emerge, sfuggendo al controllo della coscienza. Ad es. i commercianti hanno il riccio di nascondimento nella lettera finale.

Diventa gesto fuggitivo ogni tratto aggiunto allo scheletro della lettera: tratti iniziali, finali o intermedi di parola, modalità dei tagli delle t, delle aste superiori e inferiori etc.

I ricci sono della: sobrietà, spavalderia,, flemma, mitomania, confusione, nascondimento, ammanieramento, soggettivismo, sciatteria, dinamismo, irritazione, (recisa), ardimento, eleganza, vezzosità, riccio mirabolante.

Il significato del segno esprime: complessi di superiorità e inferiorità, rimozioni, fissazioni, camuffamenti

 

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